giovedì 4 novembre 2010




ECCO IL TITOLO DEL MIO BLOG : “ON THE ROAD”
(STORIA DI ME CHE VOLEVO ESSERE BEAT)

C’è stato un tempo in cui fantasticavo con i poeti della “Beat Generation” , era difficile reperire il materiale, non c’erano computer né Internet, non esisteva un grande “archivio” a portata di tutti, potevo solo leggere. Mi sentivo diversa, alternativa, outsider,anticonformista, mi piaceva la parola "libertà",odiavo la parola "compromesso" perché credevo che solo con una testa che funziona autonomamente si può davvero essere liberi.
C'è stato un tempo in cui mi sono impantanata, statica, ferma, mi guardavo intorno e il mondo intorno a me girava in modo del tutto differente dal mondo nel mio cervello,essere diversa non mi aveva portato avanti ma piuttosto mi stava rallentando. Perchè ?



Adesso, dopo anni di esperienze "normali" le risposte a quel "PERCHE'?" sono più chiare, quasi più accettabili.
L'amore e i sentimenti più saldi della nostra vita si pagano, e la moneta è sempre un dolce compromesso.E' dolce perchè non è una sconfitta, perchè ti avvolge, ti riscalda.
La novità è che adesso vivo in "quel" mondo, quello fuori....
ci ho portato me stessa, quella del pantano e tutto quello che di buono il mio cervello ha partorito.



Cercando di amare tutto nella vita. E' questo essere beat. Se c'è una qualità che ho visto chiaramente in questa generazione, è lo spirito di non-interferenza con la vita degli altri. Ho fatto un sogno in cui non volevo che il leone mangiasse l'agnello e il leone mi saltava addosso e mi leccava la faccia come un cucciolone e poi prendevo in braccio l'agnello e lui mi bacaiva.
Questo è il sogno della Beat Generation.
Secondo Jack Kerouac

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